Brennero: Cascetta, crescita economica italiana transita per il Brennero. Ma rischio saturazione di capacità a medio termine

L’Italia sta vivendo una fase di graduale ripresa economica trainata soprattutto dall’export e la marco-area europea rappresenta il suo principale partner commerciale, con il quale vengono scambiati il 57,6% dei volumi ed il 65,8% dei valori dell’interscambio internazionale: lo ha sottolineato l'Amministratore Unico di RAM Infrastrutture, Logistica e Trasporti, Ennio Cascetta, lo scorso 5 luglio durante il forum a Verona sul corridoio intermodale del Brennero, precisando che gli scambi Italia-Europa transitano per oltre il 70% in volume e l’85% in valore, lungo i valichi alpini stradali e ferroviari.   

Nell’ultimo triennio 2014-2017 i traffici sono cresciuti molto più velocemente del PIL e tale fenomeno, definito decoupling, potrebbe portare - spiega Cascetta - "ad una saturazione della capacità delle infrastrutture di trasporto nazionali". Una posizione, quella espressa da Cascetta, condivisa da Pat Cox, Coordinatore Europeo del Corridoio ScanMed che puntualizza come “lo sviluppo del Corridoio del Brennero passa attraverso il potenziamento dell’infrastruttura (tunnel di base, ferrovia e nodi di interscambio)”.

A Verona, Cascetta spiega che "dal valico del Brennero, primo per traffico merci, transita, mediamente, oltre il 22% dell'import-export italiano verso l’Unione Europea. Si registra inoltre un costante aumento dal 2000 dei traffici sulla tratta, con stime in crescita anche per il 2017 e con una variazione nel 2014 -2017 del +20,4% contro una crescita del PIL nazionale nello stesso periodo del 3.5%. Il grado di saturazione della capacità sul valico autostradale è molto alto. Nell’anno 2017 sono transitati circa 2.4 milioni di autocarri e secondo studi della UE non possono transitarne oltre 3 milioni”.

Pur tenendo conto sia della capacità aggiuntiva ferroviaria conseguente all’entrata in esercizio del nuovo tunnel di base che degli ingenti investimenti in atto in materia di adeguamento prestazionale dell’intera rete ferroviaria nazionale e nello sviluppo delle connessioni intermodali nei porti ed interporti italiani, se si dovesse confermare anche per i prossimi anni un’elasticità così accentuata tra PIL ed andamento del traffico merci, potrebbe esistere un serio rischio di saturazione delle infrastrutture di trasporto, in primis del valico del Brennero.

Fondamentale dunque accelerare sul riequilibrio modale e sull’intermodalità, anche con misure incentivanti quali il Ferrobonus, e cominciare un’analisi approfondita sul fabbisogno infrastrutturale a medio termine del Paese, al fine di accompagnare l’internazionalizzazione della nostra economia sfruttando appieno l’impianto dei corridoi plurimodali trans-europei.

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