Autostrade del Mare e sviluppi i due fronti d’azione di RAM

Rete Autostrade Mediterranee S.p.A., società di servizi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con 15 risorse di ruolo specializzate nella gestione degli incentivi a favore dell’intermodalità e nella progettazione e programmazione europea, è il soggetto attuatore a livello nazionale del programma “Autostrade del Mare”.
Ad un mese dall’approvazione della Legge di Stabilità 2016, che ha stanziato importanti risorse per il trasporto intermodale, vogliamo approfondire la tematica con il presidente di RAM, l’ingegner Antonio Cancian.
L’Unione europea ha stabilito che la procedura seguita dall’Italia con l’Ecobonus è una procedura che l’UE stessa adotterà per tutti i paesi europei. Ciò rappresenta una soddisfazione per il nostro paese perché ricordiamo che tale contributo fu, negli ultimi anni, ritenuto aiuto di Stato dall’UE e conseguentemente sospeso. Ci conferma che l’Unione Europea sta andando in questa direzione? A che punto siamo?
Attualmente stiamo lavorando su due fronti al fine di dare certezza, giuridica ed economica, alle importanti scelte in tema di intermodalità compiute dal Ministro Delrio. Da una parte, infatti, Rete Autostrade Mediterranee si è vista aggiudicare un progetto di importanza strategica e di carattere transnazionale, che coinvolge i Ministeri dei Trasporti di Francia, Spagna e Portogallo, cofinanziato dall’Unione Europea e denominato “Eurobonus”. Tale progetto consiste in uno studio di fattibilità per l’attivazione di incentivi per l’utilizzo delle Autostrade del mare in Atlantico e nel Mediterraneo, usando come base il modello italiano. Dall’altra parte, a livello nazionale, il Ministro Delrio è riuscito ad ottenere uno storico stanziamento di 200 mln. di euro nella Legge di Stabilità 2016 per il triennio 2016-2018, sotto forma di incentivi diretti agli operatori della catena logistica che scelgono la modalità marittima e ferroviaria per il trasporto cargo.
Le due linee d’azione procedono parallele e, soprattutto, si basano sull’evidenza empirica del successo che ebbe l’incentivo “Ecobonus” nel periodo in cui fu in vigore in Italia, dal 2007 al 2010: in quegli anni si registrò un incremento dell’utilizzo delle Autostrade del Mare del 22,3% con una diminuzione significativa dei costi sociali generati dalla congestione stradale.
Su questo tema come si sta muovendo Ram? Dalle notizie che sono circolate risulta che l’Italia dovrebbe ricevere l’autorizzazione a ripartire con l’Ecobonus o Marebonus anche prima che l’UE stabilisca di farlo a livello europeo. Cosa si prevede in questo senso? L’incentivo sarà autorizzato o finanziato dall’Unione Europea?
Sono due, come detto più sopra, i livelli su cui lavoriamo: a livello nazionale fin da subito e, parallelamente, a livello europeo nel solco della procedura avviata, con l’esigenza che poi i due piani si integrino.
Per quanto riguarda il “Marebonus”, che trova copertura nella legge di Stabilità recentemente approvata (45,4 milioni per il 2016, 44,1 per il 2017 e 48,9 per il 2018), RAM in collaborazione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta predisponendo il decreto attuativo che specificherà le modalità di erogazione e i requisiti richiesti per l’accesso a tale sovvenzione. Ovviamente tale schema di decreto ministeriale sarà notificato preliminarmente alla DG Competition della Commissione Europea al fine di ottenere il parere di compatibilità rispetto alla normativa sugli Aiuti di Stato.
Credo tuttavia in un riscontro favorevole dell’organo esecutivo europeo, anche considerato che stiamo lavorando a fianco della Commissione e degli altri Stati membri sul versante “Eurobonus”, progetto che, come le dicevo, include altresì la definizione di un quadro legale e normativo per l’attivazione di uno schema di incentivo per lo Short Sea Shipping che sia in linea con l’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Mi permetto di fare una riflessione aggiuntiva su questa tematica. Se veramente si vuole, a livello europeo, sostenere una politica dei trasporti intermodale, sostenibile, tesa a decongestionare la strada e a promuovere la coesione tra le regioni periferiche dell’Unione, bisogna fare i conti con la fotografia attuale del Sistema Mare.
La carenza di interconnessioni di ultimo miglio tra assi e nodi a livello infrastrutturale ed infostrutturale, la debolezza delle soluzioni intermodali nelle comunità portuali italiane e la drastica diminuzione del prezzo del petrolio sono tutti fattori per cui diventa sempre più difficile per il trasporto intermodale competere con il tutto strada. Proprio per questa serie di fattori ritengo che gli incentivi diretti rappresentino uno strumento efficace ed immediato teso a sostenere la quota di trasporto merci che transita per la modalità marittima e quella ferroviaria.
Per sviluppare le Autostrade del Mare qualche tempo fa lei ha richiamato l’attenzione sulla necessità, prioritaria, anche rispetto alla concessione degli incentivi, di creare pari condizioni nelle varie modalita’ di trasporto e di realizzare progetti integrati affinché questi possano essere sostenibili sotto i profili ambientale, sociale ed economico. Ritiene che nel nostro paese si sia sviluppata una consapevolezza in questo senso? Ed in Europa?
Ritengo che gli incentivi siano solo uno degli strumenti finalizzati a favorire il trasporto intermodale e, per quanto di mia competenza, a promuovere il trasporto marittimo di corto raggio nel quadro globale delle nuove grandi rotte transoceaniche.
Le Autostrade del Mare sono un concetto ampio che implica anche una visione strategica della struttura produttiva del paese, dei futuri mercati di espansione e di politiche infrastrutturali per i porti e l’hinterland, esattamente come rappresentato nel “Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica”.
Mi spiego meglio. Il successo delle Autostrade del Mare passa sia dall’approvazione del Marebonus che dalla fondamentale riforma della governance delle autorità portuali appena varata. Il successo delle Autostrade del Mare passa attraverso l’attivazione di nuove linee e di nuove iniziative con l’area del Mar Nero, della Turchia, dell’area emiratina e soprattutto con l’Iran, quali nuovi mercati di sbocco per le nostre imprese. Il successo delle Autostrade del Mare dipende altresì dalla realizzazione di progetti infrastrutturali sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico: in concreto, gli interventi devono avere carattere intermodale, mettendo in comune la modalità stradale, quella ferroviaria e quella marittima; devono possedere carattere interconnettivo, focalizzandosi sui collegamenti di “ultimo miglio” infra e infostrutturali tra i corridoi/assi TEN-T ed i nodi core e che prolunghino tali corridoi anche ai Paesi terzi e, da ultimo, tali interventi devono integrare la dimensione trasportistica, con quella delle telecomunicazioni e quella energetica.
Questi concetti sono ripresi nel “Piano Strategico della Portualità e della Logistica” coerentemente alla linee guida espresse a livello europeo. Sono pertanto sicuro che esista una consapevolezza generale su tali tematiche, il ché si tradurrà in attività concrete di grande impatto sulla competitività logistica del paese e, più in generale, sull’intero sistema economico italiano.
Cinzia Garofoli